Care amiche,
oggi vi parlo di “Sins of Sevin”, l’ultimo standalone di
Penelope Ward. Il protagonista è Sevin Montgomery. Sevin proviene da una
famiglia molto religiosa di fede cristiana che lo ha educato secondo dei
principi molto rigidi, principi ai quali cerca in tutti modi di ribellarsi.
Nelle prime pagine c’è una scena in cui lo vediamo commettere un adulterio con
la moglie del predicatore, oltretutto all’interno delle mura della chiesa dove
ha appena preso parte ad una funzione.
Pochi giorni dopo, la notizia della
morte del padre lo sconvolge e lo porta a rimettere in discussione la propria
vita. In quel momento si rende conto di voler dimostrare al padre, anche se non
è più in vita, di poter essere una persona diversa, non più un peccatore. L’occasione
si presenta quando un amico di suo padre viene a trovarlo con un’allettante
proposta: l’uomo, che neppure conosce, è intenzionato a cedergli la propria
attività a patto che corteggi la figlia secondogenita, Elle, senza toccarla,
baciarla e fare sesso con lei fino al
giorno del matrimonio. Sevin accetta, pensando di riuscire a mantenere la
parola. Ma c’è un problema. Il problema è Evangeline, la sorella di Elle, dal primo momento che Sevin la incontra se ne innamora perdutamente. Il
sentimento è reciproco. Sevin da quel loro primo incontro, che avviene in
circostanze davvero insolite, non riesce
a pensare ad altro nelle sue notti insonni e i suoi sogni sono tutt’altro che
puri. Evangeline è la donna che Sevin desidera nella sua vita, al proprio
fianco, e l’unica che non può avere. Come
tutti i forbidden romance il punto
focale della storia è l’amore proibito. Evangeline è una tentazione, una
tentazione alla quale il protagonista deve resistere, ma a lungo andare
respingere i sentimenti, se sono intensi, dirompenti, diventa una missione
impossibile.
Non è la prima volta che vi parlo di questa autrice e tutte sapete
quanto la stimi. Penso di aver letto gran parte dei suoi romanzi, pur non
avendo di tutti scritto la recensione. Appena ho saputo che sarebbe uscito “Sins
of Sevin”, intrigata dalla trama, mi sono subito prenotata per il blog tour. E’
ormai trascorsa una settimana da quando l’ho concluso e ancora non ho smaltito quel
profondo senso di delusione che mi ha lasciato alla fine. Per farvi comprendere
il mio stato d’animo vi faccio una domanda: come vi sentireste se un romanzo di
Collenn Hoover vi deludesse? Il primo pensiero che mi ha invaso la mente quando
sono giunta all’ultima pagina è se fossi stata l’unica ad aver colto tanti
difetti. Per togliermi il dubbio, sono andata a curiosare su Goodreads e mi
sono trovata di fronte all’opinione di tante lettrici che, come me, non si
aspettavano una delusione così grande. Avete presente quando leggete un romanzo
e per tutto il tempo vi sentite irritate perché non riuscite a sopportare i
comportamenti dell’eroina? Trovate inconcepibili, inammissibili e stupidi i
suoi comportamenti e le sue scelte che tutto il resto passa in secondo piano. E
quando pensate che peggio di così la situazione non possa peggiorare, scoprite
che non c’è un limite al peggio. Sono arrivata alla conclusione che Evangeline fosse
una donna senza cervello e Sevin non un peccatore… ma un santo.
E' un santo perché
dopo tutti gli errori che lei ha commesso è ancora disposto a perdonarla e a
concederle un’altra opportunità. S’intuisce fin dall’inizio che la storia è
piena di lacune, e ci sono tanti punti poco chiari. Tutto quello che succede
sembra non avere senso. La scrittrice a mio avviso non riesce a dare una
giustificazione plausibile ai comportamenti della protagonista, che agli occhi
del lettore appare una donna senza valori e fuori di senno. Capisco che
l’intento dell’autrice fosse quello di farci comprendere l’impossibilità di
coronare il loro sogno d’amore, soprattutto perché ad un certo punto Elle pare
provi dei sentimenti per Sevin e Evangeline non ferirebbe mai la sorella. Ma
arrivare al punto di sposare una persona, e mi riferisco ad entrambi,
quando sei pazzamente innamorato di un’altra, consapevole di condannare
entrambi ad una vita infelice e compromettendo oltretutto la felicità della
persona che andrete a sposare, mi è sembrata una decisione assurda. La storia è
ambientata in America, ai giorni nostri, e non nel 700. Questo non è un romanzo
storico. Mi pare poco realistico che una situazione come quella che si presenta
in questo romanzo si possa verificare. Ho percepito fin dall’inizio una
forzatura. Chiudendo un occhio su questo punto, e lo sforzo necessario è
stato immane, più avanti non ho compreso il motivo per cui Evangeline è finita
a lavorare nel Club. Poteva trovare un altro tipo di occupazione se aveva bisogno di soldi. Quando ho letto quella scena, ho avuto la sensazione che la
scrittrice volesse a tutti costi accentuare il dramma, ma nel farlo ha
esagerato.
L’apice, però, viene raggiunto nella scena nella vasca da bagno, di
cui non entro nei dettagli per non spolerare. A quel punto avrei voluto
cancellare il romanzo dal mio kindle, ma non l’ho fatto perché ero curiosa di
sapere come l’autrice se la sarebbe cavata nel finale. Ho avuto l’impressione
che il romanzo fosse così ingarbugliato che solo un’dea geniale potesse
sbrogliare la matassa. Ma aspetta e spera... Se fino a metà sono riuscita a
tollerare situazioni che non comprendevo, nella seconda parte non mi è stato
più possibile. Il romanzo è diviso in
due parti e a metà c’è un taglio netto, taglio che corrisponde ad una scena decisiva
che coinvolge Elle. Non mi è proprio piaciuto il modo in cui la scrittrice si è
sbarazzata frettolosamente del personaggio. Vorrei concludere con una
considerazione: penso che questa sia stata per me una delle recensioni più
difficili, non è facile criticare il romanzo di un’autrice per cui nutri una
grande stima. Questo romanzo è concepito male, non sufficientemente sviluppato
nella trama e il risultato è poco soddisfacente. Pertanto, è con immenso
dispiacere che per la prima volta do un voto bassissimo a Penelope Ward, ma
spero sia un episodio isolato!! E’ con la morte nel cuore che assegno ‘due
cuoricini’. *Nota* Un cuoricino è il voto che di solito do ai romanzi che non
riesco a concludere. Quando capita, è difficile che trovi lo spirito necessario
per scrivere una recensione!
Baci, greta
COSI' COSI' |
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