12 ottobre 2015

Sins of Sevin di Penelope Ward. Recensione inedito


Care amiche,
oggi vi parlo di “Sins of Sevin”, l’ultimo standalone di Penelope Ward. Il protagonista è Sevin Montgomery. Sevin proviene da una famiglia molto religiosa di fede cristiana che lo ha educato secondo dei principi molto rigidi, principi ai quali cerca in tutti modi di ribellarsi. Nelle prime pagine c’è una scena in cui lo vediamo commettere un adulterio con la moglie del predicatore, oltretutto all’interno delle mura della chiesa dove ha appena preso parte ad una funzione. 

Pochi giorni dopo, la notizia della morte del padre lo sconvolge e lo porta a rimettere in discussione la propria vita. In quel momento si rende conto di voler dimostrare al padre, anche se non è più in vita, di poter essere una persona diversa, non più un peccatore. L’occasione si presenta quando un amico di suo padre viene a trovarlo con un’allettante proposta: l’uomo, che neppure conosce, è intenzionato a cedergli la propria attività a patto che corteggi la figlia secondogenita, Elle, senza toccarla, baciarla e fare sesso con lei  fino al giorno del matrimonio. Sevin accetta, pensando di riuscire a mantenere la parola. Ma c’è un problema. Il problema è Evangeline,  la sorella di Elle, dal primo momento che Sevin la incontra se ne innamora perdutamente. Il sentimento è reciproco. Sevin da quel loro primo incontro, che avviene in circostanze davvero insolite,  non riesce a pensare ad altro nelle sue notti insonni e i suoi sogni sono tutt’altro che puri. Evangeline è la donna che Sevin desidera nella sua vita, al proprio fianco,  e l’unica che non può avere. Come tutti i forbidden romance il punto focale della storia è l’amore proibito. Evangeline è una tentazione, una tentazione alla quale il protagonista deve resistere, ma a lungo andare respingere i sentimenti, se sono intensi, dirompenti, diventa una missione impossibile. 


Non è la prima volta che vi parlo di questa autrice e tutte sapete quanto la stimi. Penso di aver letto gran parte dei suoi romanzi, pur non avendo di tutti scritto la recensione. Appena ho saputo che sarebbe uscito “Sins of Sevin”, intrigata dalla trama, mi sono subito prenotata per il blog tour. E’ ormai trascorsa una settimana da quando l’ho concluso e ancora non ho smaltito quel profondo senso di delusione che mi ha lasciato alla fine. Per farvi comprendere il mio stato d’animo vi faccio una domanda: come vi sentireste se un romanzo di Collenn Hoover vi deludesse? Il primo pensiero che mi ha invaso la mente quando sono giunta all’ultima pagina è se fossi stata l’unica ad aver colto tanti difetti. Per togliermi il dubbio, sono andata a curiosare su Goodreads e mi sono trovata di fronte all’opinione di tante lettrici che, come me, non si aspettavano una delusione così grande. Avete presente quando leggete un romanzo e per tutto il tempo vi sentite irritate perché non riuscite a sopportare i comportamenti dell’eroina? Trovate inconcepibili, inammissibili e stupidi i suoi comportamenti e le sue scelte che tutto il resto passa in secondo piano. E quando pensate che peggio di così la situazione non possa peggiorare, scoprite che non c’è un limite al peggio. Sono arrivata alla conclusione che Evangeline fosse una donna senza cervello e Sevin non un peccatore… ma un santo. 

E' un santo perché dopo tutti gli errori che lei ha commesso è ancora disposto a perdonarla e a concederle un’altra opportunità. S’intuisce fin dall’inizio che la storia è piena di lacune, e ci sono tanti punti poco chiari. Tutto quello che succede sembra non avere senso. La scrittrice a mio avviso non riesce a dare una giustificazione plausibile ai comportamenti della protagonista, che agli occhi del lettore appare una donna senza valori e fuori di senno. Capisco che l’intento dell’autrice fosse quello di farci comprendere l’impossibilità di coronare il loro sogno d’amore, soprattutto perché ad un certo punto Elle pare provi dei sentimenti per Sevin e Evangeline non ferirebbe mai la sorella. Ma arrivare al punto di sposare una persona, e mi riferisco ad entrambi, quando sei pazzamente innamorato di un’altra, consapevole di condannare entrambi ad una vita infelice e compromettendo oltretutto la felicità della persona che andrete a sposare, mi è sembrata una decisione assurda. La storia è ambientata in America, ai giorni nostri, e non nel 700. Questo non è un romanzo storico. Mi pare poco realistico che una situazione come quella che si presenta in questo romanzo si possa verificare. Ho percepito fin dall’inizio una forzatura. Chiudendo un occhio su questo punto, e lo sforzo necessario è stato immane, più avanti non ho compreso il motivo per cui Evangeline è finita a lavorare nel Club. Poteva trovare un altro tipo di occupazione se aveva bisogno di soldi. Quando ho letto quella scena, ho avuto la sensazione che la scrittrice volesse a tutti costi accentuare il dramma, ma nel farlo ha esagerato. 


L’apice, però, viene  raggiunto nella scena nella vasca da bagno, di cui non entro nei dettagli per non spolerare. A quel punto avrei voluto cancellare il romanzo dal mio kindle, ma non l’ho fatto perché ero curiosa di sapere come l’autrice se la sarebbe cavata nel finale. Ho avuto l’impressione che il romanzo fosse così ingarbugliato che solo un’dea geniale potesse sbrogliare la matassa. Ma aspetta e spera... Se fino a metà sono riuscita a tollerare situazioni che non comprendevo, nella seconda parte non mi è stato più  possibile. Il romanzo è diviso in due parti e a metà c’è un taglio netto, taglio che corrisponde ad una scena decisiva che coinvolge Elle. Non mi è proprio piaciuto il modo in cui la scrittrice si è sbarazzata frettolosamente del personaggio. Vorrei concludere con una considerazione: penso che questa sia stata per me una delle recensioni più difficili, non è facile criticare il romanzo di un’autrice per cui nutri una grande stima. Questo romanzo è concepito male, non sufficientemente sviluppato nella trama e il risultato è poco soddisfacente. Pertanto, è con immenso dispiacere che per la prima volta do un voto bassissimo a Penelope Ward, ma spero sia un episodio isolato!! E’ con la morte nel cuore che assegno ‘due cuoricini’. *Nota* Un cuoricino è il voto che di solito do ai romanzi che non riesco a concludere. Quando capita, è difficile che trovi lo spirito necessario per scrivere una recensione! 

Baci, greta
COSI' COSI'


 Qui trovate il romanzo in inglese!!





♥ ♥ ♥  CLICCA QUI per leggere l'anteprima e la trama    



Nessun commento:

Posta un commento