6 maggio 2016

Tutto è possibile tra noi di M. Leighton. Recensione


Buon giorno, affezionate di Gretabooklovers. 
La mia recensione di oggi riguarda il secondo volume della serie “The wild series” di M. Leighton, ovvero Tutto è possibile tra noi. Della stessa autrice avevo già avuto modo di apprezzare la serie precedente, (“Bad boy trilogy”, vedi le recensioni sul nostro blog). Ricordate i due gemelli affascinanti e misteriosi, Cash e Nash, le loro vicende al limite dell’incredibile, ma da fiato sospeso e nervi saldi? Beh, memore di tutto ciò, mi sono lanciata nella lettura di questo nuovo romanzo. In effetti non so se il titolo sia azzeccatissimo….forse Il diavolo e l’acqua santa avrebbe reso maggiormente l’idea. Perchè proprio di questo si parla e, per non farci mancare i riferimenti alla storia biblica, abbiamo perfino il serpente a completare il quadro. Che dire? 

La storia si ripete un po'…Laney è la perfetta brava ragazza, figlia del pastore del paese, con ideali saldi, sogni certi, progetti assolutamente definiti, niente follie, nessuna trasgressione. Jake è il bello e dannato, coi mostri nei cassetti, la vita alla giornata, l’adrenalina come droga quotidiana e l’amore e i legami stabili lontani mille miglia da mente e cuore. L’incontro avviene per caso a una festa di paese: un bacio in cambio di un’offerta per beneficienza. Ma invece di un casto bacio sulla guancia, assistiamo a un bacio peccaminoso e appassionato a tutti gli effetti. Poi ci si perde di vista, per ritrovarsi anni dopo, quando lei è l’assistente legale responsabile di catalogare i beni della di lui famiglia, e lui un ancor più bello, sexy e coraggioso vigile del fuoco. Ma ancora sono il diavolo e l’acqua santa. Poi ha inizio la prevedibile “perdizione di Laney” e la ancor più certa “redenzione di Jake”. Forse un po' scontato, a tratti banale, ma comunque scorrevole e in taluni casi perfino divertente. Diciamo che, al momento in cui la nostra Laney decide di ribellarsi alla sua piccola ottusa bigotta realtà, capeggiata dal reverendo padre, niente sembra più ovvio che rifugiarsi a casa di Jake, che ben poco conosce, ma che, come tutte le cose proibite e sconosciute, così tanto la attrae. Ad essere sincera tante riflessioni o pentimenti o dubbi su cosa fosse giusto o sbagliato, la nostra giovane protagonista, poi, non li ha avuti. Si lascia condurre verso l’ignoto da un Jake spiritoso, audace, provocatorio, che la introduce al jumpy jumping, ai tuffi dalle cascate, ad un moderato uso di alcol e al sesso libero e disinibito. 


Si getta a corpo morto nelle braccia di questa nuova “io”, alla ricerca di una propria dimensione, svincolata e contrapposta a tutto quello che sino ad oggi ha creduto di voler essere. E Jake? Lui, fino a qua, sembra interessato a liberarla da quell’aura da brava ragazza, che lo intriga e lo affascina. Si prodiga nelle parole e nei fatti per spogliarla da proibizioni e chiusure mentali e comunque per spogliarla in tutti i sensi. La avvisa, perfino: sarà solo sesso! Insomma sarà bellissimo, ma senza amore…quel tanto che basta a sanare l’attrazione per il frutto proibito, che indubbiamente la figlia di un pastore, casta e pudica, incarna alla meraviglia. E fin qui tutto fantastico e privo di originalità. Fino al serpente! Durante un campeggio in montagna, Laney, cercando un luogo tranquillo dove soddisfare i propri bisogni fisiologici (ma lo volete più romantico di così?) viene morsa da un serpente velenoso, soccorsa da Jake e trasportata d’urgenza in ospedale. Tra bende, infermiere e antidolorifici, durante un alterco tra la giovane e il reverendo padre, Jake decide di tagliare la corda e di porre fine a quella che avrebbe potuto essere, ma ancora non è, una grande storia d’amore. E via con altrettanti luoghi comuni…lui che non sa amare, che non la merita, che deve lasciarla andare…lei che lo ama ma comprende le sue motivazioni, che gli è grata per averla trasformata in farfalla,,,e via dicendo. 


Ognuno torna alla propria vita…aimhè, altro cliché, con la consapevolezza di entrambi che proprio quello fosse l’amore vero. I pensieri dei due protagonisti si alternano nel fraintendimento più completo: lei pensa che lui non la ami, lui pensa che lei sia tornata dal suo ex fedifrago…insomma, niente di che. Ciliegina sulla torta, una conclusione rapida e alquanto improbabile, con un atto eroico di Jake e tanti cuoricini svolazzanti per l’ovvio lieto fine. Ma anche in questa fase finale i dialoghi e le riflessioni dei protagonisti mancano di profondità. Tutto si svolge abbastanza frettolosamente; cosa che avevo già notato anche nella descrizione delle vicende di Jake bambino che fanno di lui un bello e dannato. Ho detto tutto, credo. O forse no. Perché dopo il brutto tempo torna sempre il sereno. E quindi mentirei se non vi dicessi che la lettura, è tutto sommato, piacevole. Jake è bello, e questo lo apprezziamo, anche se quello stuzzicadenti tra le labbra non si può proprio sopportare. La scena della loro prima volta alla cascata è romantica, anche se mi chiedo come non si irriti mai la pelle di queste belle fanciulle. Le battute spesso sono carine,,,e tutto sommato non ho avuto l’istinto o la voglia di abbandonare la lettura. Azzardo: se non mi fossi fermata a riflettere su cosa volevo scrivervi, avrei terminato il libro con il sorriso sulle labbra e lo avrei riposto nello scaffale dei numerosi “senza lodi né infamie”. Mi aspettavo di più, è vero. Però, leggetelo, se non altro questa estate, sotto l’ombrellone…senza impegno né aspettativa.

Un abbraccio, Francesca
Bellino


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