Torna Adele Vieri Castellano
con un nuovo romanzo storico in un’ambientazione che ci farà sognare nella
Venezia di fine ‘700. La scrittrice è sempre molto brava a intessere storie di
grande passione e a dipingere un particolare periodo storico del nostro paese. "Il gioco dell'inganno" è un romanzo in cui storia e romance si fondono in un
affresco affascinante tutto da scoprire. Per chi fosse interessato ad
approfondire gli eventi storici trattati, la scrittrice ha voluto regalare a
tutte le sue lettrici un breve excursus storico.
Potete accedere
al post cliccando direttamente su questo link che vi porterà alle pagine del blog dell’autrice.
Il romanzo, edito da Leggereditore, uscirà in tutte le librerie dal 31 ottobre.
Vi lascio con la sinossi ufficiale.
Venezia, 1796. Lorenza, la giovane figlia del barone Marianin, sa che la attende un matrimonio senza amore e vuole concedersi un’ultima giornata di libertà tra le calli invase dalla folla colorata e festante del Carnevale. Bellissima e spavalda, non sa che la frenesia e la confusione nascondono grandi pericoli per una ragazza sola e sta per essere vittima della violenza di due uomini mascherati. Ma in suo soccorso arriva la più fosca e sinistra delle maschere: la baùta. Chiunque si nasconda dietro quel volto di cartapesta, ha negli occhi e nella voce il fascino della notte che è insieme rifugio dei briganti e covo delle stelle. Aristocratico o spia, la baùta non vuole rivelare il suo nome, trincerandosi dietro la sua fermezza elegante e decisa. Lorenza sa che non riuscirà a dimenticarlo, senza immaginare che poco tempo la separa dall’incontrarlo di nuovo… L’uomo misterioso è un’ombra tra le ombre che si muovono nella fitta rete di inganni della politica veneziana, in cui Lorenza sarà presto coinvolta in un crescendo di rivelazioni fatali e infuocata passione.
Tormentata, spaventata dalle proprie
sensazioni, la vicinanza di lui la sopraffece
in un modo così strano e
sconosciuto che il suo corpo fu scosso da un lungo fremito.
«Tremate?» E fu un suono cupo,
fumoso vicino all’orecchio.
«Avete paura di me?»
Non era paura la sua, Lorenza ne era
certa.
L’aveva provata pochi istanti prima
prigioniera di quei depravati.
Ora i suoi sensi erano inebriati
dall’altalenare delle emozioni: disperazione, rassegnazione, angoscia e
salvezza inaspettata, e per questo affondò il volto bruciante tra la punta
aguzza della maschera e i risvolti di panno
spesso del tabarro.
Era pazza.
La baùta metteva i brividi, ma la
forza di quelle braccia le trasmetteva una calmante sensazione di benessere, tanto
che Lorenza non avrebbe mai voluto uscire da lì.
Vi fu una pausa di silenzio
interminabile e poi, visto che lei non si muoveva, fu lui ad allontanarla.
La fece appoggiare al portone e le
si parò davanti, per proteggerla ancora.
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