Buon sabato, care
amiche!
Nell’attesa che mi spedissero l’ARC dell’ultimo romanzo di
Tabatha Vargo (che poi non è arrivato perché ho confuso le date!!!) ho deciso
di dedicare qualche giorno a questa veloce lettura…“Hearts in Darkness” di
Laura Kaye. Si tratta di un romanzo breve, di poco più di 140 pagine, un
successo del 2013. Se siete curiose e cercate su Goodreads troverete più di
2000 lettrici che ne parlano. Da poco è uscito il seguito, “Love in the Light”, di cui ho letto ottimi commenti.
Ciò che mi ha colpito di questo
romanzo è l’ambientazione, insolita, claustrofobica, perché più del 60% della
storia si svolge nello spazio angusto di un ascensore. Al buio. Di notte. Dentro
quell’ascensore ci sono un uomo ed una donna, due perfetti sconosciuti, rimasti
intrappolati in seguito ad un black out. Dopo l’ora di chiusura degli uffici il
palazzo è rimasto deserto, e i due malcapitati
saranno costretti a rimanere rinchiusi in quella trappola infernale in attesa
dei soccorsi fino al giorno successivo. Il romanzo inizia proprio così, con la
scena in cui la protagonista, Makenna James, sale sull’ascensore, ma è talmente
indaffarata e distratta che quasi non si accorge dell’uomo che è già dentro e
che le tiene gentilmente aperta la porta.
Nota di sfuggita il tatuaggio di un
drago che fuoriesce dal suo avambraccio,
poi tutto piomba nel buio più nero. Quasi tutte le azioni che noi compiamo si
basano sul senso della vista, ma cosa accadrebbe se non potessimo utilizzarla? Cosa
accadrebbe se il buio inghiottisse tutto ciò che ci circonda? Il romanzo ci
spinge a riflettere su quanto nella vita abbia un peso preponderante
l’immagine, ciò che gli altri vedono di noi e ciò che noi decidiamo di mostrare
agli altri. Quanto prevalente sia la visione rispetto a tutti gli altri sensi,
nel rapporto con i nostri simili e con l’ambiente che ci circonda. Nel momento
in cui ne siamo privati ci assale un forte senso di disorientamento, ci
sentiamo smarriti. Il buio ci spaventa. Il buio rappresenta l’ignoto. Una voce può
diventare un punto di riferimento, come il semplice contatto fisico con un'altra persona.
Basta quello per provare un senso di sollievo e sentirci subito rassicurati.
Nell’oscurità cambia il nostro modo di percepire le cose, e improvvisamente si
risvegliano gli altri sensi, il tatto, l’udito. Quando le immagini non contano
diventa importante l’immaginazione. Nel buio cadono le barriere e i freni
inibitori ed è così che può succedere che due persone agli antipodi come i
protagonisti di questa storia trovino un punto di contatto, che va oltre il
pregiudizio.
E’ una connessione molto più profonda. ‘L’oscurità combinata con
l’intensità della loro connessione la fece sentire come se non esistesse più nulla
al mondo oltre a loro. Lei non aveva mai sperimentato prima questo tipo di
passione, almeno non solo con un bacio.’
Quello descritto sembra il perfetto set per un
film dark, carico di momenti di tensione. La storia è incalzante,
soprattutto nella prima parte. Vieni risucchiato nell’oscurità e rimani
incollato alle pagine come sotto l’effetto di un’attrazione magnetica e, dal
momento in cui è andata via la luce, dovevo scoprire l’identità dei
due personaggi misteriosi. Lei è Mackenna, detta MJ, lavora come contabile in un ufficio
del palazzo. Quando è successo il guasto si stava preparando per tornare a casa
alla sua vita monotona. Caden invece sembra un personaggio uscito da un romanzo
della Ward, uno dei minacciosi combattenti della confraternita. Nei pochi
attimi in cui ritorna la luce ci sono flash sui suoi tatuaggi, piercing e la spessa cicatrice che gli
attraversa il cranio. Caden è un tipo
schivo, taciturno, e ha il terrore per gli spazi angusti, rimanere bloccato al
buio in uno spazio chiuso è il suo incubo peggiore. Il romanzo è incentrato sui dialoghi, sussurrati, e le descrizioni sono talmente vivide che ti sembra
di sentire realmente le voci dei protagonisti. La scrittura è divina, scorrevole, priva di intoppi, ma
ci sono alcuni aspetti che mi hanno lasciata perplessa.
L’autrice commette a mio avviso un errore,
spesso ricorrente nei romanzi brevi, di accelerare le fasi che portano all’innamoramento. Trovo poco credibile che due persone, che si conoscono da
così poco tempo, possano arrivare a dichiararsi il loro amore. Molti argomenti
avrebbero dovuto essere approfonditi e sviluppati meglio, forse è proprio questo
il motivo per cui l’autrice ha deciso di scrivere il seguito. Il finale, inoltre,
mi è parso frettoloso e con troppi punti poco chiari. Spero dunque
che ne prossimo libro vengano chiariti le parti ancora nebulose.
Baci, Greta
PIU' CHE BELLINO |
Qui trovate il 1°ed il 2° romanzo in inglese!!
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