Ciao ragazze!!
Oggi vi parlo del primo volume della ‘Love Map
series’ di Lia Riley, in Italia dal 24 Aprile grazie alla Newton Compton che ha
acquistato i diritti dei primi due volumi. Nessun cliffhanger in questo primo libro,
ma un finale un po’ affrettato per un romanzo che reputo abbastanza carino.
Questa è la storia di Talia, Natalia Stolfi, che dopo la perdita della sorella Pippa
non riesce a trovare più se stessa, stressata dal fatto che forse non riuscirà
a laurearsi. Talia è distrutta dalle sue
manie ossessive compulsive e succube di una famiglia deteriorata per la morte
della loro primo genita. E’ per questo motivo che decide di affrontare un
semestre di studio in Australia. Lì Talia non ha risolto i suoi problemi e non è
riuscita ad superare la perdita di sua sorella, o ad allontanare il senso di
colpa, ma in compenso ha cercato di camuffare tutto con un bel sorriso. Sta però mantenendo la promessa fatta a sua
sorella di vivere la vita anche per lei. Così Talia incomincia ad uscire con
Jazza, un bellissimo australiano muscoloso e appassionato di Surf, che sembra
un vero modello da copertina, ma non è per nulla interessata a
lui. Finché un incontro fortuito le fa conoscere Bran. Lui è un amico di Jazza,
cosa che Talia all’inizio non sa, un tipo particolare e scontroso, con degli
strabilianti occhi verdi, due bellissime fossette e nessuna voglia di
innamorarsi. Eppure Talia riesce a sfondare quel muro così ben costruito e fare
abbassare le difese di Bran, ma questo le costa la confessione dei suoi
segreti. Infatti, Bran si accorge subito delle sue manie ossessive e dei
problemi che ci sono dietro a quel sorriso costruito ad arte, ma lui non sembra
farsene un problema.
Quando finalmente entrambi hanno abbassato la guardia e si
sono confidati, inizia una breve frequentazione che come entrambi sanno non si
potrà protrarre a lungo perché Talia deve tornare in California. Talia è una
protagonista particolare, l’autrice ci ha molto giocato con il suo sarcasmo e
il suo modo di affrontare la vita. Andando avanti con la lettura capiamo che è
solo un modo che lei usa per proteggersi, mentre invece tra i due è Bran quello
più intricato con una particolare storia alle spalle di cui non sembra voglia
liberarsi tanto facilmente. La conoscenza e il successivo innamoramento si
svolgono nei giusti tempi, nessuno dei due si mostra dal principio troppo
innamorato e coinvolto. Il sarcasmo della protagonista
alleggerisce l’altrimenti troppo tetro scenario, ma i genitori di lei sono una
vera e propria tragedia nella sua vita,
sono due persone consumate e deteriorate. Ogni volta che sembrano sul punto di
fare un passo verso la figlia, si allontanano ancora di più, fino a quando la
cosa non finisce irrimediabilmente male e i due l’abbandonano definitivamente senza
aiutarla in alcun modo. Questa è forse la cosa che più mi ha sorpreso in questo
frettoloso finale, nessun riavvicinamento in famiglia e nessun chiarimento
strappalacrime; assolutamente il vuoto ed una totale mancanza di interesse.
Al
contrario la storia con Bran ha avuto un giusto epilogo e verrà poi
sicuramente sviluppata nel corso del secondo volume. Non credo che invece verrà
più toccato l’argomento famiglia. Quando parlo di Talia definendola una ragazza particolare intendo ‘veramente
particolare’. Infatti se tutte le protagoniste problematiche che abbiamo
incontrato fin ora sono tristi, scontrose e chiuse in sé stesse, lei è l’esatto opposto. Talia affronta
la vita con la giusta dose di humor, in alcuni momenti si sente persa e confusa, ma riesce a
trovare sempre la forza per andare avanti. Piange e soffre, ma non è una continua
lagna. Prende troppo sotto gamba i suoi disturbi ossessivo compulsivi, nonostante creda
che proprio questi atteggiamenti abbiano provocato la morte della sorella. L'unico personaggio che non ho amato particolarmente è Bran; di lui abbiamo
saputo tutta la storia, ma mai le sue sensazioni. Nonostante il POV di entrambi, è rimasto
per me un personaggio indefinito. Mi sono ricreduta un attimo alla fine, ma non sono ancora del tutto convinta. Nel complesso “Ho
imparato ad amare” è un libro carino, si legge bene e non ha punti morti. Attendo
tuttavia il secondo capitolo prima di dare un giudizio positivo o negativo a
tutta la serie. Leggendo varie recensioni ho però appurato che chi amato questo
libro è per via dello humor e della simpatia della protagonista. Chi invece l’ha
odiato al contrario non ha colto questo aspetto. L’autrice è una new entry del
genere e merita a parer mio una possibilità.
Baci Ross
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Io ho trovato qst storia davvero appassionante... la storia dei protagonisti mi ha emozionato: non sapevo ci fosse un secondo capitolo! Chissà quando xo... vict
RispondiEliminaAncora nessuna notizia sul sequel ma credo sia fondamentale per comprendere la serie. Baci Ross
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