Buon pomeriggio, amiche di Greta.
Ho aspettato
un po' prima di dedicarmi a questa recensione. Per la prima volta ho avuto
difficoltà a comprendere che taglio dare alle mie parole. Volevo fossero
semplici e immediate. Volevo esprimere il mio punto di vista, ma desideravo che
non influenzasse il vostro. Volevo avvicinarvi con delicatezza e cura a
argomenti emotivamente toccanti. In poche parole volevo trasmettervi solo
un’idea delle molte commoventi ed intense emozioni che avevo provato io. Il
rischio di fallire è però molto alto. E quindi vi chiedo già adesso scusa se
non riuscirò nel mio intento.
Ma questo romanzo merita che io ci provi. Non conoscevo Jojo Moyes. Di Io prima di te avevo sentito parlare solo perché era uscito da pochissimo il seguito. Ho dato un rapido sguardo alla sinossi ed ho deciso di leggerlo. Non immaginavo che lo avrei adorato. Il prologo ci descrive a tratti veloci, leggeri, piacevoli, Will Traynor. E’ affascinante, più che benestante, di intelligenza vivace e col fisico atletico di chi pratica assiduamente gli sport estremi. E’ socio di una azienda nella City di Londra ed ha una donna che potreste ovviamente trovare sulle riviste patinate. E’ un vincente, a tutti gli effetti. Fino a quella mattina piovosa di un imprecisato giorno del 2007, quando il destino lo trova impreparato. E con lui, me. Ho osservato con gli occhi sbarrati, quella moto maledetta lanciata a tutta velocità. Ho ascoltato il grido di Will, ho sentito l’urto e il tonfo del corpo sull’asfalto. E poi ho quasi chiuso il libro. Già faceva male. Già dopo pochissime pagine, Jojo Moyes aveva catturato tutta la mia attenzione. Sono passati due anni. Will non esiste più. Ne resta il corpo immobilizzato su una sedia a rotelle. Il nuovo Will è un tetraplegico. Depresso, sarcastico, scostante, furioso con quel destino che cento volte ha sfidato e che in un solo colpo si è fatto beffa di lui. Will non controlla il suo corpo. Ha perso l’autonomia fisica, ha costanti problemi di salute, rischi, disagi, umiliazioni. Sopravvive nella dependance ristrutturata di fianco alla casa dei genitori, accudito da Nathan, l’infermiere-amico, in un paesino di provincia dove il tempo scorre lento. Troppo lento per lui, uno spericolato ex-paracadutista, sportivo, viaggiatore, amante del sesso e delle belle donne. Spietatamente lento, perché le sue condizioni sono destinate a peggiorare, senza speranza alcuna. A trentacinque anni Will può prendere un’unica decisione per se stesso. Finirla qua. Perché, come lui stesso afferma, non può essere “il tipo di uomo che semplicemente…accetta”.
Quindi sei mesi di attesa e poi un ultimo viaggio in Svizzera. Sei lunghi mesi per Will, centottanta brevissimi giorni per Louisa Clark, giovane disoccupata in cerca di impiego. Louisa è carina, socievole, ancora poco conscia di chi veramente essa sia. Ha sempre vissuto nel paesello natio, da anni è fidanzata con lo stesso ragazzo appassionato di sport, non ha ambizioni, interessi particolari, progetti futuri. Non ha studiato, faceva la cameriera ed era felice così, di una normalità disarmante a dir poco asfissiante. Costretta a cercare un impiego per esser stata improvvisamente licenziata, Louisa accetta la proposta della madre di Will. Sei mesi da passare con un bizzoso tetraplegico. Ma Louisa ancora non sa. Di esser stata scelta perché briosa, per niente irritabile, eccentrica nel vestire, anticonformista. Di essere l’ultima ancora di salvezza dei genitori di Will. Di doverlo sottrarre alla sua perentoria drammatica volontà. Louisa non sa che Will ha deciso di morire e che il conto alla rovescia ha già avuto inizio. Quando lo scoprirà si ribellerà a questo terribile ruolo affidatole a sua insaputa. Rassegnerà improvvisamente le dimissioni. Cercherà di allontanarsi da Will e dalla nuova vita che sta conducendo. Proverà a ignorare il ricordo dei bisogni di lui, dei suoi stati d’animo, delle necessità fisiche ed emotive. E tenterà di non avvertire la forza di un legame che, già dopo soli due mesi, è tenace e soprattutto reciproco. Louisa tornerà da Will e da quel momento si dedicherà anima e corpo a illuminarne la vita. Sarà stimolo, energia, caparbietà, dolcezza, accoglienza, tenerezza. E lui, prima così schivo e irriverente, sarà per lei fonte di crescita e di consapevolezza interiore. La spronerà a tuffarsi da ponti immaginari e a lasciarsi portare da correnti emotive. Le farà percepire nuove possibilità di esistere, le mostrerà una Louise inimmaginabile, affascinante e coinvolgente. I due si innamoreranno di un amore insolito e anticonvenzionale, fino a lasciarci sperare nel più scontato e illusorio lieto fine. E in tutta sincerità, se così fosse stato, sarei rimasta estremamente delusa da un romanzo che invece è un vero e proprio gioiello, e che anche nel finale sorprende e conquista. Jojo Moyes, senza rivelarvi la conclusione che rappresenta uno dei momenti più toccanti e commoventi del libro, affonda la penna nell’animo di chi non ha più speranza e di chi invece vuole che questa speranza esista a prescindere da tutto e da tutti.
Pur mostrandoci quanto l’Amore possa cambiare due anime così diverse e intense, come Will e Louise sono, Jojo Moyes ci costringe a chiederci se in effetti non sia il caso di abbandonare l’idea romantica e ingannevole che l’amore possa bastare sempre e comunque. Ci obbliga a chiederci quale sia il confine tra amore ed egoismo. E se sia poi un nostro diritto, in nome di questo amore, privare una persona del proprio potere decisionale, piuttosto che onorarne la libertà, permettendogli di scegliere e affiancandola nel proprio cammino. Per quanto ci possa spezzare il cuore. Per quanto ci possa far sentire disperati e compromessi. Senza patetismo, senza eccessi di romanticismo, senza momenti di stanchezza o di pesantezza, Jojo Moyes lascia un segno nel profondo. La sua scrittura, nonostante la drammaticità della vicenda, resta spiritosa e disinvolta. I suoi personaggi sono appassionati e intensi. Le vicende sono plausibili e credibili. Forse se ne potrà obiettare la prevedibilità o il fatto che tratti temi già affrontati da altri autori. Io non ho sentito niente di tutto ciò, piuttosto ho avuto difficoltà a staccarmi dalla lettura e ad abbandonare Will e Louise al termine del romanzo. Ho letto un’unica recensione negativa e non ne ho capito né il senso né lo scopo. Concludo confessandovi di aver pianto lacrime sentite. Mi piacerebbe segnalarvi alcune scene durante le quali ho letteralmente trattenuto il fiato per l’intensità della commozione. Ma non voglio privarvi dell’emozione che ho provato nello scoprire questo romanzo passo passo. Non si dica che questo libro è uno dei tanti “strappalacrime” sdolcinati, voluti allo scopo di speculare sull’emotività. Questo romanzo ha qualcosa da dire. E sicuramente è destinato a non essere dimenticato. Ascoltatelo. Ascoltate Will e Louise.
Baci, Francesca
Ma questo romanzo merita che io ci provi. Non conoscevo Jojo Moyes. Di Io prima di te avevo sentito parlare solo perché era uscito da pochissimo il seguito. Ho dato un rapido sguardo alla sinossi ed ho deciso di leggerlo. Non immaginavo che lo avrei adorato. Il prologo ci descrive a tratti veloci, leggeri, piacevoli, Will Traynor. E’ affascinante, più che benestante, di intelligenza vivace e col fisico atletico di chi pratica assiduamente gli sport estremi. E’ socio di una azienda nella City di Londra ed ha una donna che potreste ovviamente trovare sulle riviste patinate. E’ un vincente, a tutti gli effetti. Fino a quella mattina piovosa di un imprecisato giorno del 2007, quando il destino lo trova impreparato. E con lui, me. Ho osservato con gli occhi sbarrati, quella moto maledetta lanciata a tutta velocità. Ho ascoltato il grido di Will, ho sentito l’urto e il tonfo del corpo sull’asfalto. E poi ho quasi chiuso il libro. Già faceva male. Già dopo pochissime pagine, Jojo Moyes aveva catturato tutta la mia attenzione. Sono passati due anni. Will non esiste più. Ne resta il corpo immobilizzato su una sedia a rotelle. Il nuovo Will è un tetraplegico. Depresso, sarcastico, scostante, furioso con quel destino che cento volte ha sfidato e che in un solo colpo si è fatto beffa di lui. Will non controlla il suo corpo. Ha perso l’autonomia fisica, ha costanti problemi di salute, rischi, disagi, umiliazioni. Sopravvive nella dependance ristrutturata di fianco alla casa dei genitori, accudito da Nathan, l’infermiere-amico, in un paesino di provincia dove il tempo scorre lento. Troppo lento per lui, uno spericolato ex-paracadutista, sportivo, viaggiatore, amante del sesso e delle belle donne. Spietatamente lento, perché le sue condizioni sono destinate a peggiorare, senza speranza alcuna. A trentacinque anni Will può prendere un’unica decisione per se stesso. Finirla qua. Perché, come lui stesso afferma, non può essere “il tipo di uomo che semplicemente…accetta”.
Quindi sei mesi di attesa e poi un ultimo viaggio in Svizzera. Sei lunghi mesi per Will, centottanta brevissimi giorni per Louisa Clark, giovane disoccupata in cerca di impiego. Louisa è carina, socievole, ancora poco conscia di chi veramente essa sia. Ha sempre vissuto nel paesello natio, da anni è fidanzata con lo stesso ragazzo appassionato di sport, non ha ambizioni, interessi particolari, progetti futuri. Non ha studiato, faceva la cameriera ed era felice così, di una normalità disarmante a dir poco asfissiante. Costretta a cercare un impiego per esser stata improvvisamente licenziata, Louisa accetta la proposta della madre di Will. Sei mesi da passare con un bizzoso tetraplegico. Ma Louisa ancora non sa. Di esser stata scelta perché briosa, per niente irritabile, eccentrica nel vestire, anticonformista. Di essere l’ultima ancora di salvezza dei genitori di Will. Di doverlo sottrarre alla sua perentoria drammatica volontà. Louisa non sa che Will ha deciso di morire e che il conto alla rovescia ha già avuto inizio. Quando lo scoprirà si ribellerà a questo terribile ruolo affidatole a sua insaputa. Rassegnerà improvvisamente le dimissioni. Cercherà di allontanarsi da Will e dalla nuova vita che sta conducendo. Proverà a ignorare il ricordo dei bisogni di lui, dei suoi stati d’animo, delle necessità fisiche ed emotive. E tenterà di non avvertire la forza di un legame che, già dopo soli due mesi, è tenace e soprattutto reciproco. Louisa tornerà da Will e da quel momento si dedicherà anima e corpo a illuminarne la vita. Sarà stimolo, energia, caparbietà, dolcezza, accoglienza, tenerezza. E lui, prima così schivo e irriverente, sarà per lei fonte di crescita e di consapevolezza interiore. La spronerà a tuffarsi da ponti immaginari e a lasciarsi portare da correnti emotive. Le farà percepire nuove possibilità di esistere, le mostrerà una Louise inimmaginabile, affascinante e coinvolgente. I due si innamoreranno di un amore insolito e anticonvenzionale, fino a lasciarci sperare nel più scontato e illusorio lieto fine. E in tutta sincerità, se così fosse stato, sarei rimasta estremamente delusa da un romanzo che invece è un vero e proprio gioiello, e che anche nel finale sorprende e conquista. Jojo Moyes, senza rivelarvi la conclusione che rappresenta uno dei momenti più toccanti e commoventi del libro, affonda la penna nell’animo di chi non ha più speranza e di chi invece vuole che questa speranza esista a prescindere da tutto e da tutti.
Pur mostrandoci quanto l’Amore possa cambiare due anime così diverse e intense, come Will e Louise sono, Jojo Moyes ci costringe a chiederci se in effetti non sia il caso di abbandonare l’idea romantica e ingannevole che l’amore possa bastare sempre e comunque. Ci obbliga a chiederci quale sia il confine tra amore ed egoismo. E se sia poi un nostro diritto, in nome di questo amore, privare una persona del proprio potere decisionale, piuttosto che onorarne la libertà, permettendogli di scegliere e affiancandola nel proprio cammino. Per quanto ci possa spezzare il cuore. Per quanto ci possa far sentire disperati e compromessi. Senza patetismo, senza eccessi di romanticismo, senza momenti di stanchezza o di pesantezza, Jojo Moyes lascia un segno nel profondo. La sua scrittura, nonostante la drammaticità della vicenda, resta spiritosa e disinvolta. I suoi personaggi sono appassionati e intensi. Le vicende sono plausibili e credibili. Forse se ne potrà obiettare la prevedibilità o il fatto che tratti temi già affrontati da altri autori. Io non ho sentito niente di tutto ciò, piuttosto ho avuto difficoltà a staccarmi dalla lettura e ad abbandonare Will e Louise al termine del romanzo. Ho letto un’unica recensione negativa e non ne ho capito né il senso né lo scopo. Concludo confessandovi di aver pianto lacrime sentite. Mi piacerebbe segnalarvi alcune scene durante le quali ho letteralmente trattenuto il fiato per l’intensità della commozione. Ma non voglio privarvi dell’emozione che ho provato nello scoprire questo romanzo passo passo. Non si dica che questo libro è uno dei tanti “strappalacrime” sdolcinati, voluti allo scopo di speculare sull’emotività. Questo romanzo ha qualcosa da dire. E sicuramente è destinato a non essere dimenticato. Ascoltatelo. Ascoltate Will e Louise.
Baci, Francesca
Bellissimo ++++ |
Sinossi | A ventisei anni Louisa Clark sa tante cose. Sa esattamente quanti passi ci sono tra la fermata dell'autobus e casa sua. Sa che le piace fare la cameriera in un locale senza troppe pretese nella piccola località turistica dove è nata e da cui non si è mai mossa, e probabilmente, nel profondo del suo cuore, sa anche di non essere davvero innamorata di Patrick, il ragazzo con cui è fidanzata da quasi sette anni. Quello che invece ignora è che sta per perdere il lavoro e che, per la prima volta, tutte le sue certezze saranno messe in discussione.
A trentacinque anni Will Traynor sa che il terribile incidente di cui è rimasto vittima e che l'ha inchiodato su una sedia a rotelle gli ha tolto la voglia di vivere. Sa che niente può più essere come prima, e sa esattamente come porre fine a questa sofferenza. Quello che invece ignora è che Lou sta per irrompere prepotentemente nella sua vita portando con sé un'esplosione di giovinezza, stravaganza e abiti variopinti.
Nessuno dei due, comunque, sa che la propria vita sta per cambiare per sempre.
Qui trovate il romanzo (l'ebook ed il cartaceo)!
Francesca, non ho parole per la bellezza di questa recensione!!!! non ho letto il libro e, francamente, mi riservo di decidere più avanti perchè è una lettura che mi fa un pò paura. Ma sicuramente con le tue sentitissime parole mi ci hai fatto entrare dentro.....
RispondiEliminaGrazie Lara...è una lettura che arricchisce...la paura è comunque qualcosa da affrontare sempre. Baci. F.
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