“Pocketful of Sand” è l’ultimo romanzo di Michelle Leighton uscito
in inglese il 15 marzo. La Leighton ha
esordito in Italia con la trilogia dei ‘Bad Boys’, che penso tutte conosciate,
e “Solo per te” (Down to you), il 1° libro della serie, è uno dei miei romanzi
preferiti dello scorso anno.
Dopo di che, penso che la scrittrice abbia perso la
sua vena ispiratrice e i libri successivi li ho trovati parecchio deludenti. Speravo
con questa nuova pubblicazione di ritrovare la Leighton di “Down to you”, l’autrice
che con i gemelli Cash/Nash Devenport mi aveva tenuta sveglia la notte,
deliziandomi con un una storia a dir poco meravigliosa e originale. Ma non è successo.
Ho fatto tanta fatica a leggere e a finire questo libro!
Penso sia il romanzo più
brutto che l’autrice abbia scritto e, se fossi in lei, prima di dedicarmi alla stesura
della sua prossima opera mi concederei
un periodo di riposo. Ci vorrebbe una bella vacanza alla ricerca
dell’ispirazione perduta. Non mi è mai capitato di leggere un romanzo e alla
fine non avere nulla da dire, come se il libro non mi avesse lasciato niente. Assolutamente
niente. Ho trovato la storia molto debole e, mentre leggevo, avevo la sensazione di conoscere come
si sarebbero concatenati gli eventi o, ancora peggio, di averlo già letto. L’unica
forza che mi spingeva a proseguire era la determinazione a concludere il
romanzo a tutti i costi perché, come principio, non abbandono mai un libro a
metà. Ma che sofferenza!
Ho letto alcune recensioni che definivano l’atmosfera un po’ magica, io l’ho trovata strana, direi quasi
surreale. Mi sono venuti in mente quei
documentari della BBC che seguono la vita di alcune persone che hanno scelto di
isolarsi dal mondo e di andare a vivere da soli in Alaska. Ho immaginato fosse
quello il set del romanzo, con quel senso di isolamento e di claustrofobia. In
alcuni momenti ho avuto l’impressione di vivere in un sogno e che niente fosse reale,
ma frutto delle allucinazioni della mente devastata della protagonista. Anche i
personaggi li ho sentiti distanti, indistinti, privi di un volto, e non sono
riuscita pertanto a connettermi con loro. Il protagonista, Cole, ci viene
presentato come un uomo misterioso, imperscrutabile, e devastato in seguito ad
un grave lutto familiare. Ha perso la figlia in un tragico incidente. Continua
ad incolparsi per ciò che è successo, si ritiene responsabile, e vive ogni
giorno privandosi della vita e fluttuando sospeso nel vuoto. Hai la sensazione
che il tempo che gli rimane da vivere gli sia stato concesso per espiare i propri
peccati, e ogni momento sia l’occasione per punirsi, perché lui pensa di meritarsi
di essere punito per ciò che ha fatto. Vediamo per la prima volta Cole
accucciato sua una spiaggia, triste e
immerso nei propri pensieri, mentre in riva al mare è intento a costruire un
castello di sabbia.
E’ come se non gli importasse più nulla di ciò che gli sta
attorno, di quello che succede nel mondo; ma l’unica cosa che conta è finire di
costruire quel castello che è l’unico legame che gli rimane con sua figlia. Per
il resto è così distaccato, distante con tutti. Dicono di lui che sia un po’ matto,
che parli con gli spiriti, ma nessuno lo conosce veramente. Cole mi è sembrato una
creatura soprannaturale fuoriuscita dal mare e, per tutto il romanzo, non sono
mai riuscita a levarmi dalla mente quell’immagine in po’ sbiadita che ho avuto
sin dall’inizio di lui. Proprio in quel momento su spiaggia sta passeggiando
una donna insieme a sua figlia, e subito
nelle prime pagine avviene il primo incontro fra i due protagonisti. Eden, la
protagonista, è una donna in fuga, una mamma single; lei e la piccola Emmy
stanno fuggendo da un passato, un passato pericoloso. Nessuno sa dove si sono
rifugiate, perché sarebbero in serio pericolo se chi le insegue lo scoprisse. Cole
è l’enigmatico ricco proprietario del piccolo cottage in riva al mare, dove Eden e Emmy alloggiano; il cottage è il
loro nascondiglio segreto. E’ chiaro fin da subito che Cole e Emmy abbiano
molte cose in comune, e forse è proprio per questo che il destino ha fatto in
modo che si incontrassero. Sono due anime ferite, entrambe con un passato che ha segnato
irrimediabilmente le loro vite. Cole è un uomo bellissimo, di una bellezza
quasi soprannaturale, eterea. Con i capelli biondi e gli occhi di un blu intenso
del colore dell’oceano. Viene descritto come una figura angelica, ma nel suo sguardo traspare
l’inferno che lo perseguita. Eden si trova comunque affascinata e attratta dalla
sua aurea misteriosa, e gli stessi sentimenti ed emozioni intense di lei colgono
di sorpresa anche Cole. Nei primi capitoli lo vediamo quasi spaventato dalle
emozioni che si impossessano di lui quando si trova vicino a Eden. Sono emozioni che ha smesso di provare da
tanto tempo e pensava che fossero morte.
In tutto il romanzo mi sono sentita
proprio come Cole all’inizio, distaccata, distante, solo che diversamente da lui
nell’arco della storia non ho mai provato nulla e non c’è stato nessun graduale
cambiamento. Mi sono sentita sempre poco coinvolta e non sono mai riuscita a
percepire gli stati d’animo dei personaggi. Inoltre, mi ha dato un fastidio
quel senso di staticità, come se il tempo in tutto il romanzo si fosse fermato,
ed ogni scena riprendesse al rallentatore. Spesso mi è capitato di assopirmi, per
essere risvegliata dai colpi insistenti alla porta della casa di Eden (è un
susseguirsi di persone che vanno a trovarla e colpiscono quella maledetta
porta), ma subito dopo tornava quel senso di torpore di poco prima. Quando ho
scoperto i terribili segreti del passato di Eden e di sua figlia, non mi sono
sentita devastata come sarebbe stato naturale succedesse. Il romanzo, infatti,
ad un certo punto affronta una tematica molto delicata, ma la tratta in modo un
po’ troppo superficiale. Adesso è arrivato il momento di parlarvi del finale. La cosa che più di tutte non mi è piaciuta è
proprio il modo in cui si è concluso o non concluso il romanzo. La scrittrice
alla fine, nei ringraziamenti, prega i lettori di non svelare la conclusione, come
se il finale fosse il frutto di un’idea geniale. Il finale deve essere una
sorpresa. In effetti lo è stata, ma non l’ho trovata molto piacevole. Il modo
in cui si conclude il libro è troppo sbrigativo ma soprattutto… assurdo. Ho
dovuto rileggere e rileggere le pagine conclusive due volte per capire cosa la
scrittrice intendesse comunicare. Alla fine, dopo varie riletture, sono rimasta
allibita. Non vi dico cosa ho pensato in quel momento, ve lo risparmio! Un abbraccio, Greta
COSI' COSI' - D'INCORAGGIAMENTO |
Trama:
Qui trovate il romanzo!
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