Pagine

30 marzo 2015

Recensione - "Gli occhi di Ruben" di Azzurra Targa.


La protagonista di questo libro è Greta Laversi, una giovane che, a causa di una grande delusione d’amore, si trova costretta a cambiare città e lavoro. Ricominciare è per lei fondamentale, in ogni campo. 

Il racconto inizia con l’abbandono dell’ex fidanzato Alessandro, amico d’infanzia prima, e amante poi che decide di lasciarla all’altare; il grande dolore che le è inferto porta la nostra amica persino a cadere e a perdere il bimbo che aspetta. Per Greta, dunque, la vita è ora tutta in salita. Per riuscire a superare questo momento, la nostra protagonista si getta inizialmente nella corsa, come passatempo che le consenta di non pensare. Da Latina Greta si trasferisce a Torino, dove inizia una nuova vita. Diventa barista all’interno di una tavola calda, dove avrà modo di conoscere (in una notte buia e tempestosa, nel vero senso della parola) Ruben, un misterioso uomo dal fascino incredibile.

“… Sono trascorsi 3 anni, non puoi continuare a vivere nel passato, mi disse la mia amica Daniela. Hai vissuto un momento terribile ma hai avuto il tempo per elaborare il tuo dolore. Basta devi voltare pagina.”

Dal primo incontro dei due, inizia a questo punto una storia fantastica e avvincente. Ruben è un giovane colombiano originario di San Cipriano, un calciatore di talento che si è trasferito da poco a Torino dopo aver giocato nel Manchester. Occhi neri intensi, ma non freddi. Con Greta è subito alchimia, ad accomunare i due anche gli interessi: l’arte e la corsa (come scappatoia dai problemi quotidiani). All’inizio tra i due vi è solo amicizia (Ruben, calciatore di successo, non le confida la sua vera identità per timore che lei non comprenda), ma ben presto l’amore li travolge. La storia, però, assume un aspetto misterioso, quasi da thriller direi. 

Il bel Ruben  cela un lato misterioso. Greta scopre che il suo innamorato è il figlio di Alvaro Montoja, noto trafficante di droga, e questo suo genitore tanto misterioso e controverso condurrà i due in un viaggio articolato tra la Colombia e l’Italia.  Nel frattempo Greta riscopre altresì la passione per l’arte, e la sua anima di pittrice esploderà totalmente trovando realizzazione nel quadro “ Occhi di Ruben”, che diverrà la chiave dell’intero racconto attorno al quale la trama si evolverà.

“L’amore era amore, inutile cercare un modo per descriverlo.”
“Il pensiero del bacio, mi tormentò. Rivedevo il nero dei suoi occhi, le mani che mi avevano bloccata brividi per il corpo … cercai di dominare i miei sentimenti come i battiti del mio cuore!”.
“ Posso prometterti che ti terrò la mano, se pioverà ancora. Non ti lascerò sola. Insieme non siamo mai soli.”

Un racconto meraviglioso che tiene incollato il lettore fino all’ultima pagina nel tentativo di comprendere quale sarà il destino di Greta e Ruben. A far da sfondo un dipinto splendido, carico di valore affettivo, che riuscirà a consolidare il loro legame d’amore. All’inizio il romanzo mi pareva scontato, ma in realtà, procedendo nella lettura, si scopre una stesura profonda e molto intricata, davvero appassionante. La frase che mi ha colpito di più:

“Anche il viaggio più lungo, inizia sempre con il primo passo.”


Un saluto a tutte, Simona

BELLINO


Trama: 

Greta Laversi, l'aspirante pittrice -con qualche mania di troppo-, ha scoperto l'espediente perfetto per razionalizzare il dolore: 'dominare il cuore' attraverso la corsa. Pronta a dimenticare il passato si trasferisce a Torino dove lavora come barista e dove, il giorno del diluvio, incontra Ruben, il misterioso colombiano, schivo e riservato. Sarà a causa della luce scorta nel suo sguardo, oppure dei racconti dell'infanzia latina, o forse degli atteggiamenti furtivi se Greta è inspiegabilmente attratta dall'amico: quegli occhi magnetici, tanto insoliti quanto indecifrabili, sembrano sollecitare l'estro creativo, finora impensato. Tra la corsa, la crescente empatia e il legame che li unisce sboccerà l'amore; quello che non sanno è che entrambi custodiscono segreti: Ruben le nasconde la sua vera identità, Greta il dipinto che lo ritrae e il passato che esorcizza. È proprio il quadro, 'Occhi di Ruben', a condurli separatamente in Colombia. L'acquisto dell'opera porta il nome di Alvaro Montoja, noto trafficante di droga nonché padre del ragazzo; Ruben non l'ha mai conosciuto e l'indirizzo dello studio legale di Cali appare la pista utile per rintracciarlo. Comincia l'avventura. Sulle orme dell'amato e con il piglio di una vera detective, Greta scoprirà luoghi reconditi, riti e civiltà magiche, conoscerà il pericolo della Guerrilla e si ritroverà, suo malgrado, a pagare il prezzo delle avventate imprudenze. Il viaggio darà origine a una serie di equivoci e omissioni, rocamboleschi avvenimenti che finiranno per dividere le loro strade. Ma solo in seguito, a Londra, accadrà il peggio... e quelli che sembravano inviolabili segreti assumeranno insospettabili risvolti.



Qui trovate il romanzo !!





Nessun commento:

Posta un commento