Pagine

28 dicembre 2016

Innaturale di Anya M. Silver. Recensione


Buongiorno carissime,
da amante del dark romance non potevo lasciarmi sfuggire Innaturale di Anya Silver. È stata una lettura per molti versi difficile, perché il tema che viene trattato è, giusto per usare un eufemismo, estremamente delicato, e direi che non sarebbe saggio intraprenderla a cuor leggero. La sinossi è assolutamente indicativa, pertanto, in questo caso più che in altri, mi sento di dare un’avvertenza al lettore. Si parla di incesto. Siete messe sull’avviso.  È un tema che anche io ho affrontato per la prima volta e posso dire con ragione di causa che ne sono rimasta sconvolta. 


Se l’obiettivo dell’autrice era quello di lasciarci a bocca aperta in un’espressione di orrore mista a fascinazione, credo che si possa dire che il bersaglio, almeno per quanto mi riguarda, è stato centrato in pieno. Mi sento di definire questo libro orribilmente magnifico. Non ci sono vie di mezzo, e non possono esservi visto l’argomento. Questo romanzo si ama e si odia al contempo. Non può lasciare indifferenti. Se ne rimane orripilanti ma, al tempo stesso, non si riesce ad abbandonarlo, in una corsa ad un disperato finale che non vogliamo prevedere perché, qualunque esso sia, sarebbe comunque sbagliato da concepire.  

Sveva Vinci e Iago Vinci. Fratelli. Una famiglia all’apparenza normale, dove i legami di affetto sono forti e profondi. Sveva e Iago, però, hanno superato i confini dell’affetto fraterno sin dalla giovanissima età. Non lo hanno scelto e, loro malgrado, si sono ritrovati a guardarsi con occhi diversi, dipendenti l’una dall’altro, a cercare di nascondere un sentimento che, loro per primi, avvertono come sbagliato e contro natura. 

Il tempo non servirà a cambiare le cose. Passano sei anni, durante i quali Iago andrà lontano per gli studi universitari, in un luogo scelto proprio per allontanarsi da quella sorella che incarna in sé ogni possibile tentazione.  Nonostante le promesse fatte ad una Sveva affranta per la partenza dell’adorato fratello, Iago non darà notizie di sé. Perché? Iago però ritorna, rompendo definitivamente un equilibrio che Sveva aveva nel frattempo faticosamente raggiunto. La ragazza infatti, senza la presenza del fratello, riuscirà in quegli anni a costruirsi una vita apparentemente normale. Quel sentimento insano diventa latente, Sveva ha la sua vita, la sua passione per la pittura, è circondata dall’affetto dei genitori e del fratello Alejandro. Il ritorno di Iago aprirà le porte di un abisso ed il vaso di Pandora verrà inesorabilmente aperto. Chi è l’uomo ventiseienne che fa ritorno a casa? Sveva non riconosce più colui che è tornato. Non c’è traccia del gentile fratello che lei ricordava, che la amava dolcemente senza mai superare quel confine tanto temuto ed agognato. Iago è diventato duro, arrogante, superbo, si potrebbe arrivare definire meschino e malvagio. Chi è inoltre Roberto Serrano, fidato ed inseparabile amico di Iago? Tante le domande che Sveva, e voi stesse, vi porrete. Un’unica certezza. Iago è tornato per lei, senza più alcun riguardo per i giudizi altrui, senza più provare vergogna verso un sentimento che è al contempo sbagliato ma anche incredibilmente giusto. Sveva lotta, si trincera dietro dubbi lancinanti, giudizi inesorabili, amare condanne nei confronti di se stessa. Ma Sveva ama, ama fortemente. 


Iago, come vi dicevo, è però profondamente diverso. Una diversità che si tocca con mano tanto è tangibile. Viviamo tutto attraverso gli occhi di una Sveva che non si capacita, che non comprende cosa sia successo in quei fatidici sei anni. Le scoperte che farà sul conto del fratello saranno agghiaccianti ed impossibili da accettare. Bene fanciulle, non posso davvero aggiungere altro. Posso però dirvi che, ad un certo punto della lettura, l’amore fra i due fratelli diventerà quasi la punta dell’iceberg, perché molto altro emergerà, tanto da risucchiare totalmente la nostra attenzione. In alcuni momenti ho pensato che, in realtà, questo amore malato servisse quasi da sfondo per scrivere un inno alla malvagità umana. Un libro duro, cattivo direi, crudo, dove niente è risparmiato a noi ed alla nostra protagonista che si troverà a vivere cose alle quali nessun tipo di esperienza di vita può prepararti. Un’unica pecca. Sveva è approfondita splendidamente, la accompagniamo in tutte le sue riflessioni, colloqui con se stessa, dubbi, condanne. Iago resta invece un enorme punto interrogativo. Dopo aver letto il finale, sono arrivata alla conclusione che si sia trattato di una scelta consapevole dell’autrice. 


Non so, però, francamente, avrei preferito qualche cenno in più, che mi avrebbe facilitato non poco la lettura intorno alla metà del libro, momento nel quale ho avuto la sensazione si avvitasse un po’ su se stesso proprio a causa delle molte, troppe, lacune. Azzeccati e tratteggiati meravigliosamente i personaggi secondari. Meritano senza dubbio un cenno, ed avendo tempo molto di più, Alejandro, il fratello buono, amorevole, che finisce imprigionato in una ragnatela dalla quale è impossibile districarsi. Infine, ma non certo per importanza, la carismatica figura di Roberto Serrano, ombra di Iago, complice, amico, compare di atti terribili. Tratteggiati entrambi egregiamente, l’uno la bontà, l’altro la nefandezza nella sua più nera accezione. Il finale? Nessun finale, credo, poteva essere “giusto”, ma l’autrice ci ha regalato un qualcosa che, oltre ad essere inaspettato, ci lascerà con il respiro mozzo per ben più di qualche pagina.

Un abbraccio, Lara
Molto bello



Sinossi: Non pensavo di essere preparata ad affrontare ciò che la vita aveva in serbo per me. Non ero pronta ad ammettere quello che sentivo crescere in me. Ho provato a resistere, ho lottato contro la mia debolezza, ma non è servito a niente. Alla fine, ho ceduto. Ho combattuto con le unghie e con i denti contro qualcosa di innaturale, un sentimento profondo, tossico, che mi ha fatta sua, contro la mia volontà. Forse una vittima, preda di un terribile incantesimo, prova le stesse cose che ho provato io per tutta la mia vita. Forse la magia è reale. Forse questi sentimenti sono davvero il frutto di un micidiale incantesimo. Oppure di una terribile maledizione. Perché mi sento maledetta, non incantata. L’amore tormentato e viscerale ha annebbiato la mia mente e fatto prigioniero il mio cuore, che ha sanguinato per lui, per così tanto tempo. Iago Cesar Vinci. Il mio nome è Sveva Luisa Vinci e Iago è mio fratello.



Qui trovate il romanzo!







2 commenti:

  1. Bellissima recensione, Lara! È tra i miei acquisti futuri :D

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Chiara e Ciao!!! leggilo assolutamente...tema forte trattato meravigliosamente!

      Elimina